Il boom dei rack nei data center
Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2024 la potenza IT totale dei data center in Italia ha raggiunto i 513 MW , segnando un +17 % rispetto all’anno precedente, con investimenti pari a 5 miliardi di euro, e ulteriori 10 miliardi pianificati per il biennio 2025‑2026.
Questo salto è stato sostenuto soprattutto dall’enorme richiesta di armadi rack high‑density, necessari per ospitare infrastrutture AI e GPU sempre più performanti.
A livello europeo ed EMEA (Europe, Middle East and Africa), il mercato dei data center è previsto in crescita a un CAGR (Compound Annual Growth Rate, tasso annuo di crescita composto) del 25 % fino al 2027, rispetto a un +15 % su scala globale, con mercati leader come Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino (note come FLAP-D).
La spinta dell’AI e del cloud
Stime di McKinsey prevedono una crescita annua del bisogno di capacità AI-ready di circa 33 % tra 2023 e 2030, con il 70 % della capacità totale destinata ad AI entro il 2030 (di cui il 40 % dedicata ai modelli generativi). Inoltre, un report di Deloitte indica che l’uso di elettricità da parte dei data center crescerà da 536 TWh (terawattora, unità di misura dell’energia) nel 2025 a oltre 1 065 TWh entro il 2030.
La combinazione di GPU ad alta densità, cooling avanzato e grandi volumi di rack rende necessario ripensare l’infrastruttura dei rack, implementando soluzioni come cooling a liquido, immersion cooling e sistemi di close-coupled cooling per sostenere i carichi termici elevati.
Verso la sostenibilità: energia, acqua e recupero calore
Energia rinnovabile & efficienza
Operatori come Digital Realty stanno investendo in PUE (Power Usage Effectiveness, indicatore di efficienza energetica), WUE (Water Usage Effectiveness, efficienza d’uso dell’acqua) e CUE (Carbon Usage Effectiveness, efficacia d’uso della CO₂): ad esempio, obiettivi di riduzione del 60 % delle emissioni per metro quadro entro il 2030, uso di energie rinnovabili e collaborazione tra design, ingegneria e sostenibilità.
Il gigante OVHcloud ha inaugurato un nuovo data center a Milano, mentre paesi come il Portogallo emergono come hub rinnovabili, con progetti come Start Campus–SINES (1,2 GW su energia verde).
Uso dell’acqua e heat reuse
L’AI richiede elevati volumi d’acqua: si stima che i DC (Data Center) AI‑heavy possano consumare sei volte l’acqua della Danimarca e migliaia di litri per sessione ChatGPT. In risposta, Microsoft sta sviluppando sistemi a circuito chiuso che eliminano l’uso diretto di acqua, migliorando l’efficienza del 80 %.
Alcuni operatori recuperano il calore di scarto: il data center PA10 di Equinix a Parigi alimenta con il calore residuo un impianto natatorio, riducendo CO₂ (Anidride carbonica, principale gas serra) di 1 800 t/anno.
Sfide: infrastrutture, energia e rischi
Gli analisti mettono in guardia: l’espansione potrebbe diventare "irrational", come avvenuto nei boom precedenti, portando a sovracapacità o bolle speculative.
Limiti alle risorse elettriche, ritardi nelle reti (grid), barriere normative, resistenza locale e costi in aumento richiedono strategie integrate di risk management.
Considerazioni geografiche e tariffe influenzano inoltre la collocazione dei DC, con preferenza per siti ad energia sostenibile, stabile e vicini a infrastrutture primarie.
La crescita dei rack nei data center è trainata da:
- AI e Cloud – che richiedono potenze elevatissime e densità spinta;
- Sostenibilità – mediante PUE/WUE/CUE, rinnovabili, sistemi di cooling avanzati e recupero energetico;
- Infrastrutture e pianificazione – per garantire resilienza ed evitare sovracapacità.
Tuttavia, la sfida principale resta il bilancio tra espansione e responsabilità ambientale ed economica: investimenti strategici, regolamentazione e innovazione tecnologica saranno decisivi per stabilizzare questo boom e trasformarlo in crescita sostenibile.